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Katjusa il poster del podcast

Katjuša – La memoria in cammino

25 Aprile 2025

Un viaggio tra voci, luoghi e silenzi per ricostruire la storia di 230.000 giovani soldati italiani

Pierino Trussoni partì da un paesino della Valle Spluga, incastonato come un cuneo nella Svizzera, per combattere in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. Non tornò mai più. Ma oggi, torna la sua voce: è uscito ora Katjuša, il nuovo podcast scritto e narrato da Daniele Gianera, nella serie Originals di Storie avvolgibili. Racconta la guerra vista dai margini, il trauma che si tramanda di generazione in generazione, anche senza parole. Racconta cosa succede quando la grande Storia si abbatte su piccole vite che non hanno potuto scegliere.

Cinque episodi: una voce genuina ed una storia vera

In questi anni, Daniele Gianera – scrittore e attore – ha inseguito una memoria. Ha cercato persone, ascoltato amici, sfogliato documenti d’archivio, raccolto testimonianze. Ha percorso strade reali e interiori per seguire le orme del suo prozio Piero, un giovane soldato italiano tra i 230.000 mandati a combattere una guerra di cui non sapevano nulla. Quel viaggio è diventato una storia.

Una storia viva, fatta di immagini, suoni, parole e silenzi

“Le cascine dell'Angeloga che bruciano. Le conche del latte rovesciate all'alpe Fontana. Un partigiano ucciso a tradimento dai fascisti in un angolo di Madesimo dove sono passato cento volte. Un giovane padre di tre bimbi assassinato dai partigiani dietro il cimitero di Chiavenna, un alpeggio francese dove i larici sono ancora pieni di proiettili. Un remotissimo villaggio albanese dove i boschi e le valli continuano a sputare fuori ossa italiane e greche. I bimbi di Madesimo che si prendono gioco della maestra e del duce storpiando "evviva la giovinezza" in "culo di pezza".”

Con queste parole Daniele ci svela la forza evocativa dei ricordi raccolti. Ogni racconto è un frammento di verità, un frammento di mondo che rischiava di essere dimenticato. A narrarglieli sono stati “i vecchi dei nostri paesi, un signore francese che mi ospita nella sua casa di Maljasset, i pastori albanesi con cui parlo usando le mani, le cinque parole della loro lingua che conosco, gli occhi e Google Translate.”

Luoghi, persone e musica

Due mondi che si fondono, si riflettono l’uno nell’altro e restituiscono un’immagine potente del passato. Un passato che torna a vivere grazie alla sensibilità e alla caparbietà di chi ha voluto cercarlo. Ma la memoria, per essere davvero viva, ha bisogno anche di un altro linguaggio: quello della musica.

“L’idea di Daniele di ricostruire attraverso la ricerca la storia di un membro della sua famiglia mi ha da subito affascinata – racconta Donatella Bortone, musicista, insieme ad Alessandro Balatti – perché è stato possibile vivere gli eventi della storia in maniera più vera, più emozionante, più attuale. In qualità di musicista, non ho potuto resistere all’idea di tradurre con le note, con la musica, tale visione, dandole un nuovo corpo, evocando situazioni, luoghi e pensieri con il suono dell’arpa.”

L’arpa diventa quindi voce della memoria, respiro del tempo, eco dei passi di Piero e di tanti altri come lui. Le note tessono una trama delicata e profonda, in cui si intrecciano dolore e speranza, perdita e riscoperta.

Questa non è solo la storia di un prozio. È la storia di tanti. È la storia di una generazione. È la nostra storia.

🎧 Ascolta Katjuša, il podcast scritto e narrato da Daniele Gianera, ora disponibile su tutte le piattaforme.